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Ormai, dopo più di un anno in uno stato d’emergenza determinato dalla COVID-19, il saturimetro da dito è diventato essenziale
per monitorare la saturazione d’ossigeno nel sangue.
Ma non basta sapere come usarlo, è importante sapere come leggere i valori e riconoscere le situazioni di rischio.
Cos’è il saturimetro e a cosa serve
Il saturimetro, o pulsossimetro che dir si voglia, è un dispositivo medico comune e facilmente reperibile in farmacia e online
che serve a rilevare l’ossigenazione del sangue.
È un apparecchio digitale che consente di misurare anche il battito cardiaco e, non essendo uno strumento invasivo o doloroso,
può essere utilizzato con semplicità da chiunque.
Estremamente utile per monitorare gli effetti di COVID-19, asma, bronchite e altre patologie dell’apparato respiratorio
perché ci indica quanto dell’ossigeno che respiriamo viene immagazzinato dai nostri polmoni.
Quindi cosa misura il saturimetro?
Misura la quantità di ossigeno che viaggia nel nostro organismo attraverso l’emoglobina
che assorbe ossigeno con l’inspirazione e rilascia anidride carbonica con l’espirazione.
Come funziona il saturimetro
Ecco come funziona il saturimetro da dito, che è quello più comune e utilizzato. Si apre e si chiude a “molletta” e si posiziona
su un dito della mano.
Si attende qualche secondo e il saturimetro mostrerà i risultati della misurazione.
Sì, ma come funziona?
Tieniti forte perché non è semplicissimo.
Come fa il saturimetro a leggere questi due valori semplicemente appoggiandosi a un dito?
Sfruttando la spettrofotometria: un principio secondo cui due fasci di luce (rossa e infrarossa) con due diverse lunghezze d’onda raggiungono un rilevatore.
Questi fasci di luce misurano, durante il tragitto nei nostri tessuti, l’assorbimento di sé stessi (raggi di luce rossa e infrarossa) dall’emoglobina.
Considerando che l’emoglobina è di due tipi: HbO2, l’emoglobina legata all’ossigeno e che assorbe soprattutto nella luce infrarossa; e Hb, l’emoglobina non legata all’ossigeno e che assorbe soprattutto nella luce rossa, il pulsossimetro si ritrova a calcolare la differenza dell’assorbimento dell’emoglobina legata all’ossigeno con quella non legata all’ossigeno per quantificare l’ossigeno nel sangue
e quindi valutare lo stato delle vie respiratorie.
Cosa indicano i due valori del saturimetro e quando preoccuparsi
Il saturimetro, si chiama soprattutto così perché misura la saturazione dell’ossigeno nel sangue, indicata dal valore Sp02
ed espressa in percentuale.
Non solo, il saturimetro misura anche la frequenza cardiaca al minuto.
Per tenere monitorata la saturazione dell’ossigeno è importante usare il saturimetro con costanza e periodicamente, possibilmente nello stesso momento della giornata.
Tenere traccia dei risultati rilevati e se si nota un peggioramento è meglio contattare il medico di base.
Non bisogna preoccuparsi quando i valori Sp02 superano il 95% di saturazione perché ritenuti normali.
Se però il valore Sp02 indica 100% di saturazione e non si sta assumendo ossigeno artificiale potrebbe essere iperventilazione.
In caso di Ipossiemia (ridotta quantità di ossigeno nel sangue) ci sono tre livelli di gravità che determineranno
la tempestività di intervento medico.
L’ipossiemia è lieve se i valori sono compresi tra il 91% e il 94%, è moderata se i valori sono tra l’86% e il 90% ed è grave
se il saturimetro registra un valore uguale o inferiore all’80%.
Purtroppo, con la pandemia dobbiamo fare il possibile per combattere il COVID-19.
Monitorare la propria salute in autonomia e riconoscere quando è il caso di rivolgersi al medico, è il minimo che si possa fare.
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